Gli impianti di allarme antintrusione allo stato attuale delle tecnologie possono essere divisi in differenti categorie, la prima macrocategoria distingue gli impianti a seconda del loro funzionamento in due tipi: Wireless e Filari.
Impianti nei quali i componenti (contatti magnetici, barriere, sensori, tastiere ecc.) sono connessi alla centrale di allarme ed alimentati tramite cavi per la corrente a bassa tensione; questi impianti sono ancora la scelta migliore per quanto riguarda l’affidabilità nel tempo e l’assenza quasi totale di manutenzione programmata, purtroppo non sempre è possibile realizzare questa tipologia di impianto, tutto dipende dallo stabile in cui si andranno ad installare.
Impianti nei quali i componenti (contatti magnetici, barriere, sensori, tastiere, ecc… .) sono connessi alla centrale di allarme tramite segnale radio ed alimentati da batterie; questi impianti hanno oggi raggiunto elevati standard di affidabilità e sicurezza, sono relativamente veloci da installare e richiedono meno manodopera per essere installati tuttavia pagano lo scotto di essere soggetti ad una maggiore manutenzione periodica ed un costo dei componenti relativamente più alto rispetto ai loro equivalenti filari.
La seconda macrocategoria di distinzione degli impianti è a seconda del tipo di protezione che offrono:
Proteggono direttamente tramite contatti e sensori a “tenda’* gli accessi allo stabile in cui vengono installati.
Tramite barriere volumetriche, barriere a fasci multipli o rivelatori specifici si protegge il perimetro esterno dello stabile oppure si va a creare un “recinto virtuale” esterno allo stabile stesso impossibile da attraversare senza allertare l’impianto.
Tramite sensori interni si proteggono i singoli locali interni dello stabile per rilevare eventuali intrusioni non autorizzate.
Sono impianti che hanno struttura analoga agli impianti di allarme antintrusione filari, a differenza di questi ultimi però non rilevano i tentativi di intrusione, ma bensì principi di incendio e le fughe di gas: tramite particolari “nasi” questi impianti possono percepire la presenza di pericolose concentrazioni di gas nell’atmosfera (azoto, monossodo di carbonio, ecc.), tramite barriere ottiche possono percepire elevate concentrazioni di fumo nei sottotetti derivanti da principi di incendio, oppure tramite particolari rivelatori ottici, termici o termovelocimetrici possono rilevare l’oscuramento da fumo il surriscaldamento anomalo o il brusco aumento di temperatura improvviso di un ambiente interno.
Gli impianti TVCC (TV a Circuito Chiuso) moderni, al pari degli impianti di allarme si dividono in due macrocategorie, la prima macrocategoria divide gli impianti a seconda della tipologia di trasmissione del segnale.
Questi impianti sfruttano la tecnologia digitale della trasmissione del segnale video per trasmettere immagini ad alta risoluzione e nitidezza tramite speciali cavi video coassiali (impianti HD-SDI) o cavi di rete (impianti IP Megapixel).
Analogici: questi impianti sfruttano la vecchia tecnologia analogica di trasmissione del segnale video su cavo RG59 per trasmettere immagini fluide in risoluzione standard (impianti SD PAL) o in “alta risoluzione analogica” tramite l’interfacciamento di immagine (impianti AHD, HDCVI, TURBO HD).
La seconda macrocategoria divide gli impianti TVCC in base alla risoluzione:
Risoluzione standard (PAL): la qualità e la nitidezza dell’immagine sono paragonabili a quelle delle vecchie TV a tubo catodico, l’immagine trasmessa si dice in formato D1 (720×576 pixel).
La qualità e la nitidezza dell’immagine sono paragonabili a quelle delle moderne TV piatte a LED, l’immagine trasmessa vari a seconda della qualità dell’impianto in: HD-Ready (1280×720 pixel), Full-HD (1920 x 1080 pixel) e Ultra HD (3.840×2.160 pixel).
Gli impianti telefonici, citofonici e e videocitofonici nel corso degli ultimi anni si sono sviluppati secondo il concetto di “comunicazione integrata”: data la semplificazione delle tecnologie citofoniche e videocitofoni che, ed il miglioramento della qualità della fonia, è stato possibile (ma non indispensabile) all’integrare di questi ultimi con gli impianti telefonici. Gli impianti telefonici interni moderni consentono quindi la gestione e la centralizzazione dei più svariati dispositivi per la comunicazione domestica ed aziendale: interfacce di comunicazione GSM, sistemi di citofoma e videocitofonia apparati wireless di comunicazione locale via radio mobili “DECT”, sistemi di gestione integrata e smistamento automatico delle chiamate in ingresso ed in uscita (DISA) e molto altro ancora. Possono inoltre essere sviluppati sia sfruttando la “vecchia” tecnologia analogica (doppino di rame) che sfruttando le nuove tecnologie digitali VOIP (cavo di rete LAN)
L’automazione degli accessi ed il controllo degli stessi sono due concetti che stanno sempre più andando a braccetto; in principio l’automazione di porte e cancelli nasceva solo come una questione di “comodità”, ma con il passare del tempo si è sentita sempre più l’esigenza di mettere sotto controllo questa comodità: se da un lato è vero che le motorizzazioni per cancelli e porte sono sempre più performanti e sicure (motorizzazioni 24V, dispositivi di arresto di sicurezza automatici, meccaniche autoingrassanti, ecc) dall’altro lato si è sviluppata una cultura dell’automazione di sicurezza, quindi non più solo una comodità ma anche un vero e proprio controllo dell’accesso, rei questo negli ultimi anni si sono sempre più sviluppati telecomandi codificati bidirezionali anticopia, lettori di impronte digitali, lettori retinici, ecc.; dispositivi che ormai sempre più spesso sono entrati a far parte del mondo delle automazioni in maniera sempre più integrata, diventando in alcuni casi parte essenziale di esse.
Quando si parla di mezzi forti e serrature meccanizzate si pensa sempre ai grandi caveau delie banche, ma non è più così! Negli ultimi anni questi importanti dispositivi di sicurezza si sono ridotti come dimensioni mantenendo un elevato grado di contenuti tecnici e progettuali: le tecnologie che una volta erano impensabili da trovare fuori dal mondo bancario o militare oggi sono appannaggio anche della piccola cassaforte di casa. Mezzi forti costruiti in acciaio al magnesio o al cromo molibdeno, pistoni antitaglio, serrature meccanizzate dotate di codici di sicurezza o chiavi anticopia, dispositivi di ancoraggio antirimozione a pavimento o a muro, strati cementati per la protezione dalle alte temperature. Mai come ora mezzi forti e serrature meccanizzate rappresentano il primo e l’ultimo più coriaceo livello di protezione dei propri beni!